Terrone – Grotta Penta – La casetta

Itinerario di circa Km 2,5, pendenza media del 7%, percorribile a piedi, in mountain bike, a cavallo e, parzialmente, fino all’area di sosta di Grotte Penta, in automobile.
Le necropoli di Terrone, Grotta Penta e La casetta costituiscono il blocco delle necropoli orientali di Blera

Si parte da Piazza Giovanni XXIII e, per Via del Suffragio, si scende nella valle del Rio Canale fino al depuratore comunale dove si trova un ampio parcheggio. Tutti i costoni prospicienti sono disseminati di tombe etrusche rupestri e sui relativi pianori, in prossimità del ciglio delle rupi, si trovano numerose tombe a tumulo circolare e a fossa (VIII – VI sec. a. C.).

Per visitare le necropoli orientali di Blera, i più intraprendenti potranno utilizzare i tortuosi sentieri che portano alla sommità di Pontone di Graziolo e del Terrone. Più comodamente si può procedere verso le aree di sosta di Grotte Penta, incontrando nel tragitto una parte della necropoli rupestre completamente liberata dalla vegetazione e dall’interro. Qui più che altrove riesce facile comprendere l’organizzazione “urbanistica” della città dei morti: monumentali sepolcri cubici su ordini paralleli e sovrapposti, collegati da gradinate e ornati di preziose modanature; notevole, in questo contesto, è la presenza di un tumulo circolare in prossimità della Fontana del Martarello. Anche il pianoro e le rupi della Casetta sono interessati da una vasta necropoli. In essa spicca il complesso di Grotte Penta per il notevole grado di conservazione di una tomba a dado con gradinata laterale e modanature, nonché per la presenza di due tombe dipinte (da cui il nome della località) che per struttura e decorazione presentano diretti influssi della cultura tarquiniese di IV sec. a.C.


NECROPOLI DEL TERRONE

Tombe a dado (VI sec. a.C.) . Ricavate con il taglio del pendio tufaceo, possono presentarsi nel tipo a semidado o in quello a dado vero e proprio staccato completamente dalla parete di fondo. Nella parte alta presentano una serie di cornici su tre lati (più raramente anche su quello di fondo). Scale conducono alla soprastante piattaforma utile al culto funerario che doveva svolgersi a scadenze regolari (si ricorda per confronto nell’antica Roma la festa dei Parentalia, in febbraio) davanti a cippi simboleggianti i defunti. Questi monumenti, dai portali profilati da cornici “doriche”, possono contenere una o due distinte tombe, anche a due camere ciascuna. Sono resi nel.tufo i letti, con sponde zampe e cuscini, la tavola per le offerte sul fondo, le travature lignee dei soffitti, in taluni casi anche sedie (ad esempio all’interno del tumulo e dell’adiacente semidado all’angolo nord-ovest della necropoli) che sottolineano in particolare il prestigio goduto dalle famiglie aristocratiche proprietarie dei sepolcri.
Salendo sul piano del Terrone si trovano i resti di una villa rustica, di epoca fine repubblicana-inizio imperiale romana, si conservano solo i resti di un ambiente e di una vasca. ambedue costruiti in calcestruzzo.
Il mausoleo, detto il ‘Torrione”, era la tomba monumentale della famiglia proprìetarìa della villa.

Di forma circolare, su plinto quadrato, il monumento è costruito in calcestruzzo e rivestito da blocchi di peperino disposti per testa e per taglio. La copertura era forse leggermente conica. La camera funeraria, originariamente rivestita di stucco, è costituita da un ambiente quadrato, coperto a crociera, su cui sì aprono lateralmente tre ampie nicchie, coperte a botte, nelle quali erano collocati i sarcofagi.



LA CASETTA

Sul piano del poggio si trovano le tombe più antiche, attualmente celate sotto il terreno: accanto a pozzetti e a fosse di non provata pertinenza al periodo villanoviano (IX-VIII sec. a.C.), sono note soprattutto tombe a camera del VII sec. a. C., del tipo a sezione ogivale con fenditura nel soffitto di ascendenza tarquiniese. spesso comprese entro sorta di tumuli: ad esse si affiancano tombe a camera con soffitto displuviato e letti lavorati noi tufo, che scendono nel VI sec. a.C.
Sulle pendici meridionali del poggio si dispone la necropoli rupestre del VI-V sec a.C. che annovera varie tombe a semidado. tra le quali una ben conservala, con cornici di coronamento o scala di accesso alla piattaforma superiore e il complesso di “Grotta Penta”. Tra i sepolcri sì collocano fosse e pozzetti di età ellenistica (IV-III sec a.C.) mentre ad età romana si deve il riutilizzo di una tomba a camera che si apre a livello inferiore rispetto “Grotta Penta”.


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